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08-01-2025

Presepi viventi ucraini, il racconto di un popolo

In 200 a Ferrara per il Festival con parrocchie da varie città del Nord Italia. L′Esarca a "La Voce": qui ci sentiamo a casa

Il dramma della guerra e la letizia del Natale. Le contraddizioni del mondo e la speranza che non delude. L′eterna lotta tra il bene e il male è al centro delle Sacre Scritture e così il Festival dei Presepi Viventi ucraini tenutosi a Ferrara ha voluto rappresentarla nelle forme delle tradizioni popolari. Erano circa 200 i presenti lo scorso 4 gennaio nella nostra città per l′importante iniziativa che ha visto direttamente coinvolte parrocchie di diverse località, oltre a Ferrara: Firenze, Mantova, Reggio Emilia, Rovigo, Bologna, Brescia, Carpi, Correggio, Modena, Parma, Rimini e Cattolica. Gli sguardi a un tempo dolci e fieri delle ragazze e dei ragazzi emigrati o qui nati hanno interpretato la Vergine Maria, san Giuseppe, Elisabetta, i Re Magi. Ma non sono mancate streghette, diavoletti, soldati romani e centurioni con scudi e armature, pastori, pastorelle, pecorelle. E un ragazzo vestito di bianco con mantella nera che impugna una falce: è la morte, la morte che sconfigge il male, tipica della tradizione ucraina. E ancora: diverse le bandierine col simbolo dell′Ucraina, fasci di grano (altro simbolo del Paese), angeli e angioletti, e tante donne con gli abiti tipici tradizionali. E poi la Stella di Betlemme, a 8 punte, anchessa tipica ucraina, che annuncia il Natale (anche se dal 2023 i greco-cattolici ucraini lo hanno anticipato dal 7 gennaio al 25 dicembre). Nella tarda mattinata, nella chiesa di Santa Maria dei Servi (via Cosmè Tura, ang. Contrada della rosa) il nostro Arcivescovo mons. Perego ha presieduto la Divina Liturgia assieme allEsarca Apostolico in Italia mons. Paulo Dionisio Lachovicz e ad altri sacerdoti e diaconi sia della nostra Arcidiocesi che di altre comunità cattoliche ucraine in Italia. Dopo il pranzo comunitario, è partita la processione dei Presepi Viventi da S. Maria dei Servi fino alla Sala Estense (piazza Municipale), passando per via Contrada della Rosa, viale Cavour, corso Martiri della libertà; dopo una breve sosta in piazza Duomo, l′ingresso in piazza Municipale e quindi in Sala Estense. Un uomo con la fisarmonica ha accompagnato l′esecuzione di alcuni canti tradizionali, fra cui Una nuova gioia. In Sala Estense si sono quindi alternati i Presepi Viventi ucraini: alcuni uomini hanno indossato moderne divise militari, una donna era vestita da infermiera, una giovane col violino ha suonato le note di Astro del ciel. Il dramma della guerra ha dunque richiamato leterna lotta tra il bene e il male, di cui rappresenta lultima terribile manifestazione. Ma la letizia del Natale di Nostro Signore non viene solo per addolcire i volti stanchi e malinconici di questi emigrati, ma è autentica promessa di una Pace duratura, di una Pace che non mente, di una Pace senza ombre. L′ESARCA ALLA VOCE: UCRAINI QUI SI SENTONO A CASA Prima della Divina Liturgia, l′Esarca mons. Paulo Dionisio Lachovicz ha rilasciato alcune dichiarazioni al nostro Settimanale: i cattolici ucraini nella chiesa e nella comunità di Ferrara si sentono a casa, si ritrovano a casa, possono cantare e pregare in ucraino. Questo è molto importante. Si sentono nel loro Paese, nel loro spazio sacro. Due le Porte Sante aperte da mons. Lachovicz in chiese ucraine in Italia: una, la Cattedrale della Madonna di Zhyrovyci e dei Santi Martiri Sergio e Bacco a Roma; l′altra, la chiesa di San Michele a Bologna, entrambe scelte quindi come chiese giubilari. E Porte Sante, naturalmente, sono state aperte a Kiev e in tutte le Diocesi dell′Ucraina. Gli chiediamo della guerra che ancora non si ferma da quasi 3 anni dall′invasione russa all′Ucraina: è una tragedia immensa, una distruzione sistematica, commenta con dolore. Se Putin non verrà fermato, distruggerà l′Ucraina. A fine Messa ha poi ringraziato pubblicamente mons. Perego e la Diocesi per la vostra vicinanza al nostro popolo, alla nostra gente. Grazie per aver accolto tutti i nostri migranti. I CAMPANARI AMICI Prima della Liturgia, ci è stato consentito come Voce di salire sul campanile della chiesa di Santa Maria dei Servi assieme a Francesco Buttino, membro dei Campanari Ferraresi dei quali fa parte da 25 anni. Tre le campane, una delle quali la centrale, la maggiore, con caratteri gotici risale al 1412 ed è probabilmente la più antica nella nostra Diocesi. Nel 2022 a S. Maria dei Servi i Campanari Ferraresi (che attualmente contano una dozzina di membri) han suonato ogni giorno dei primi mesi successivi allo scoppio della guerra, e successivamente in occasione delle feste. La prima volta che abbiamo suonato qui ci spiega Buttino - è stato per la Pasqua di 10 anni fa. E la prima domenica in lockdown, a marzo 2020, abbiamo suonato su vari campanili qui in città: molte persone si affacciavano per applaudirci e gridarci il loro grazie. Fu commuovente. Andrea Musacci Articolo pubblicato su "La Voce di Ferrara-Comacchio" del 10 gennaio 2025 (https://www.lavocediferrara.it/) (Foto Roberto Targa - Alessandro Berselli)